L’amaranto produce piccoli e colorati semi commestibili poco calorici e ricchi di aminoacidi essenziali
Insieme ai più noti mais e quinoa, l’amaranto è stato uno dei cibi più apprezzati da Incas ed Aztechi, che lo ritenevano “sacro”, in virtù delle sue straordinarie proprietà, già parzialmente note all’epoca.
E’ una pianta erbacea che produce piccoli semi di colore nero, avorio o rosso. Come la quinoa, l’amaranto ha proprietà che lo rendono assimilabile ad un cereale, sebbene di fatto non lo sia, in quanto appartenente alla famiglia delle amarantacee: pertanto non contiene glutine e può essere inserito nell’alimentazione di chi soffre di celiachia. E’ poco calorico e contiene il 15/16% di proteine vegetali, molte di più rispetto ai cereali classici come il frumento. E’ quindi ideale per chi ha deciso di eliminare o ridurre la presenza di alimenti di origine animale dalla dieta o ha scelto un’alimentazione vegetariana e soprattutto vegana. Ha in sè anche vitamine del gruppo B dalla funzione energetica e molti aminoacidi essenziali per formare proteine, prima tra tutti la lisina, dall’azione antianemica e sostanza fondamentale per la salute di pelle e tessuti, oltre che per il sistema immunitario.
L’amaranto contiene anche una buona quantità di ferro, utile contro l’anemia. Per ottimizzarne l’assorbimento va associato ad alimenti ricchi di vitamina C, come arance, kiwi, frutti rossi e verdure crucifere. Ed ha molta fibra, essenziale per la flora intestinale e l’intero processo digestivo, oltre ai sali minerali come calcio, magnesio, fosforo e potassio.
Considerato l’elevato contenuto in fibra e l’assenza di glutine, è consigliabile anche per chi ha disturbi a livello gastrointestinale. La sua elevata digeribilità lo rende adatto a soggetti “delicati” come bambini in fase di svezzamento, convalescenti ed anziani.
L’amaranto è utile per la salute dell’apparato cardiovascolare grazie al suo contenuto in fibra e fitosteroli, molecole capaci, rispettivamente, di diminuire l’assorbimento degli zuccheri e di abbassare i livelli di colesterolo Ldl e trigliceridi. Anche la ricchezza in proteine aiuta la regolazione della glicemia.
Rispetto ai cereali possiede un basso indice glicemico, tanto da poter essere consumato senza picchi insulinici anche dai diabetici.
Come utilizzare l’amaranto in cucina?
L’amaranto ha un gusto delicato ma ricco con una leggerissima nota di nocciola e si presta a numerose ricette. Dopo averlo ben lavato, cotto in molta acqua per 30/40 minuti e liberato dal gel che si sarà formato, può essere utilizzato per preparare zuppe, gnocchi, sformati ma anche insalate fredde con verdure, cereali o legumi, polpette vegetali, dolci come il porridge e barrette spezzafame.
Inoltre può servire a preparare una sorta di pop corn di amaranto. La farina può essere utilizzata insieme a quella di frumento, farro o riso, per preparare un delizioso pane, arricchendone notevolmente il valore nutritivo.