L’agricoltura ci fornisce la maggior parte dei prodotti che consumiamo quotidianamente.
Essa svolge un ruolo fondamentale per la nostra sopravvivenza ma se praticata in modo non sostenibile può causare gravi danni all’ambiente ed agli essere viventi che lo abitano.
Basti pensare al degrado ed all’impoverimento del suolo, all’inquinamento delle acque per il massiccio uso di concimi chimici e di fitofarmaci, agli enormi consumi idrici richiesti dall’agricoltura intensiva.
L’agricoltura sostenibile è un modello di produzione economicamente vantaggioso per gli agricoltori, rispettoso dell’ambiente, socialmente giusto, in quanto contribuisce a migliorare la qualità dell’ambiente, della vita degli agricoltori e dei consumatori, privilegiando i processi di produzione naturali, evitando il ricorso a pratiche dannose per il suolo ed utilizzando fonti energetiche rinnovabili.
Quali sono i modelli di agricoltura sostenibile più diffusi in Italia?
L’agricoltura biologica: è un metodo di produzione effettuato nel rispetto del regolamento europeo CEE 2092/91. Essa ammette solo l’utilizzo di sostanze naturali, evitando lo sfruttamento eccessivo delle risorse quali suolo, acqua e aria.
Le aziende agricole certificate bio non utilizzano sostanze chimiche di sintesi (concimi, diserbanti, anticrittogamici, insetticidi, pesticidi), ma si servono di fertilizzanti naturali e della rotazione delle culture.
L’agricoltura biodinamica: è un metodo di produzione basato sugli insegnamenti di Rudolf Steiner, il fondatore della antroposofia, il quale formulò i principi di una nuova agricoltura capace di mantenere la fertilità della terra, di rendere sane le piante in modo che possano resistere alle malattie ed ai parassiti e di produrre alimenti di alta qualità.
Si fonda su una concezione “olistica”, in cui tutto è connesso e tutti gli elementi devono essere in equilibrio.
L’azienda agricola è considerata un organismo in relazione con l’ambiente circostante, con l’intero pianeta, con il cosmo e le costellazioni.
Come nell’agricoltura biologica, anche in quella biodinamica non vengono utilizzati prodotti chimici e organismi geneticamente modificati.
Si somministrano in dosi omeopatiche dei preparati naturali ottenuti da processi fermentativi, decotti e minerali, sempre tenendo conto delle fasi della luna e del sole.
Si lavora il terreno secondo metodi tradizionali con l’obiettivo di rigenerare e rivitalizzare il suolo.
La permacultura: è una disciplina che permette di progettare insediamenti umani il più possibile somiglianti agli ecosistemi naturali. Essa mira ad integrare i cicli naturali e la vita umana per un ambiente sostenibile ed equilibrato.
Con il termine permacultura, non si intende solo l’insieme di pratiche agricole orientate al mantenimento naturale della fertilità del terreno, ma anche un sistema integrato di progettazione che intreccia tematiche proprie dell’architettura, dell’economia, dell’ecologia e dei sistemi giuridici per le imprese e le comunità.
La permacultura è un metodo per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo da soddisfare i bisogni della popolazione, quali cibo ed energia e permettere la sostenibilità degli ecosistemi naturali.