La filiera corta: un modo alternativo per produrre e vendere prodotti alimentari biologici?
La filiera corta è un sistema di produzione e distribuzione di prodotti alimentari che accorcia le distanze tra produttore e consumatore. Con questo sistema, il mercato dei consumi è orientato verso la sostenibilità, con il duplice guadagno sia per il consumatore, che acquista prodotti di alta qualità a prezzi ragionevoli, sia per l’economia del territorio che torna a fiorire.
Per rendere questo sistema di produzione e distribuzione applicabile su larga scala, sono state varate leggi e provvedimenti in molti Stati, volti ad incentivare la cultura del “chilometro zero”.
In Italia, il Veneto fu la prima regione che si è dotata di una legge specifica per regolare la filiera corta.
Nel 2008 ha varato una legge per regolare le attività di distribuzione e ristorazione che, in percentuali comprese fra il 30 e il 50%, si approvvigionano di prodotti di origine locale.
Il risultato, fu una vera e propria rinascita dei mercati contadini chiamati Farmer Markets dove agricoltori ed allevatori offrivano prodotti direttamente al consumatore, saltando la grande distribuzione. Anche la ristorazione ha adottato la filiera corta come un’opportunità di diversificazione dei propri servizi sul mercato, servendo piatti cucinati con ingredienti “a chilometro zero” e riscoprendo ricette della tradizione locale.
Quali sono i risvolti positivi della filiera corta?
Scegliere la filiera corta è anche un modo per fare la spesa in maniera sostenibile.
In Italia i risvolti positivi sono diversi: freschezza e genuinità degli alimenti che non necessitano di metodologie di conservazione (ad esempio, celle frigorifere, conservanti, additivi chimici), competitività dei prezzi dei prodotti, i quali non subiscono ricarichi generati dalla grande distribuzione. Inoltre i cibi a chilometro zero, viaggiando a distanze brevi, riducono il consumo energetico e le emissioni di anidride carbonica.
Nelle aziende agricole gli agricoltori coltivano seguendo ritmi della natura. Si possono trovare così solo prodotti di stagione in netta contrapposizione con i prodotti fuori stagione tipici della grande distribuzione. La stagionalità dell’alimentazione essendo più varia e nutriente è importante anche per il benessere fisico e mentale dell’organismo.
Da un punto di vista etico, la filiera corta costituisce un forte mezzo di sostentamento per i tanti piccoli e medi produttori agricoli schiacciati dalla crisi economica e tagliati fuori dalla grande distribuzione.
Infine, è da tener conto la socialità legata all’acquisto locale: fare la spesa sostenibile nei mercati contadini è spesso un’occasione per fermarsi ad osservare i prodotti, parlare, confrontarsi con i produttori, stabilendo rapporti di fiducia reciproca.