Dolci tradizionali natalizi: da ieri ad oggi
Pensiamo, ad esempio, ai mandarini che oggi troviamo al supermercato già da Settembre ma che i nostri nonni non si sarebbero mai sognati di mangiare prima del 25 Dicembre. Essi venivano usati per adornare l’albero, con poca spesa e molto affetto.
Panettone, incontrastato re della tavola delle Feste
Oggi il panettone viene consumato indifferentemente anche prima e dopo Natale. una volta era posto sotto l’abete ma giammai aperto prima della Santa Notte proprio in quanto simbolo della gioia dell’attesa.
L’utilizzo di un pane votivo durante le festività del Solstizio invernale, poi divenute con il Cristianesimo celebrazioni natalizie, era già comune nelle popolazioni celtiche. si trattava di un pane impastato con farina, frutta secca e miele, ingredienti preziosi da mettere nel piatto come segno di una nuova stagione di abbondanza e ricchezza. Nel tempo il “pan grande”, antenato dell’odierno panettone, anche se diverso, ha continuato a porsi come rito nel rito. Veniva preparato grazie ad un faticoso e corale lavoro di tutta la famiglia e consumato al rientro della messa di mezzanotte, con un input preciso che affidava al membro più anziano l’onere e l’onore del taglio e ne destinava anche una fetta al primo viandante che avesse bussato alla porta. Mentre il panettone che gustiamo oggi è nato intorno all’Otto-Novecento per opera di creativi offellieri, ossia artigiani dolciari milanesi. Era ancora basso: lo slancio in verticale si deve ad Angelo Motta, il quale negli anni Trenta del secolo scorso costrinse l’impasto in lievitazione dentro un pirottino di carta da forno.
Le Feste Natalizie non si nutrono però solo di panettone.
Quali sono i dolci tradizionali in Italia legati al Natale?
In Italia non si contano. Pandoro, torrone, tronchetto di Natale, zelten, panforte, struffoli, cartellate, torciglioni. Tuttavia, da che il Natale è diventato un abbagliante evento spettacolo, in cucina si sono invece spente molte luci. Una volta, diverse generazioni di donne si riunivano per mettere in pratica gli insegnamenti culinari tramandati dalle nonne. Il fatto che i dolci di Natale si trovino in commercio pronti tutto l’anno ne ha affievolito la carica simbolica. A mancarci oggi è il rispetto della stagionalità delle materie prime, oltre alle dinamiche di preparazione legate al saper fare manuale, all’emozione dell’attesa, al dubbio: sarà riuscito o no?
E se da quest’anno ricominciassimo di nuovo a cucinarci un Natale meno precotto e più saporito?