Tonda gentile romana: storia e produzione nel Lazio

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La coltivazione della pianta di nocciolo nel Lazio ha origini antiche. La presenza sul territorio della varietà Tonda Gentile risalgono all’età epoca pre-romana. Mentre la sua coltivazione è attestata a partire dal XV secolo.

Il consumo di questo delizioso frutto secco si diffuse ampiamente nel secolo successivo, arrivando ad arricchire persino i banchetti papali. Nella storia del Carnevale Romano sono infatti citate le “nocchie” in quanto alimento assai gradito dal Papa Leone X.

La reputazione della Nocciola Romana è cresciuta nel tempo, fino a raggiungere l’apice nel XX secolo, quando è riuscita a ritagliarsi uno spazio tutto suo nel mercato agroalimentare soprattutto come ingrediente base di prodotti dolciari.

La presenza del nocciolo allo stato selvatico, ed  in particolare della varietà Tonda Gentile Romana, nel comprensorio Cimino e Sabatino, risale a tempi antichissimi.

La coltura di nocciolo  risale al 1412 circa, mentre prima esisteva come pianta arbustiva da sottobosco  e tuttora lo troviamo in tale stato nei boschi specialmente di castagno. Con il passare degli anni questa coltivazione si è conquistata un maggiore interesse da parte degli agricoltori della zona: nel 1946 la superficie investita a nocciolo era di 2.463 ha in coltura specializzata e di 1.300 in coltura promiscua.

La Nocciola Romana designa i frutti della specie Corylus Avellana della varietà  “Tonda Gentile Romana”, “Nocchione”, “Tonda di Giffoni” e loro eventuali selezioni.

La produzione della tonda gentile romana

La produzione della tonda gentile romana

La Provincia di Viterbo, con circa 18 mila ettari di piantagioni ed una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale,  a partire dagli anni Novanta, ha conquistato il primato nazionale della produzione di nocciole.

La  coltivazione nella provincia laziale è estesa in 30 comuni (in 15 dei quali  rappresenta la principale attività agricola) e coinvolge più di 8 mila famiglie.

Dal punto di vista delle varietà, la ”Tonda gentile romana” è la più diffusa in provincia di Viterbo e a livello nazionale. La varietà e’ molto apprezzata dalle industrie di trasformazione per le maggiori garanzie di uniformità del prodotto e per la buona adattabilità a diverse condizioni ambientali e climatiche.

Le altre varietà coltivate nella Tuscia, che rappresentano il 10% degli impianti, sono il ‘‘Nocchione” e la ‘‘Tonda di Giffoni”, le quali assolvono anche la  funzione di impollinatrici.

La varietà ”Tonda gentile romana” della Tuscia ha ottenuto la ”Denominazione transitoriamente protetta”, ultima fase prima del riconoscimento comunitario della Dop.

La Camera di commercio di Viterbo e’ stata designata autorità pubblica di controllo.

Qualità e caratteristiche della tonda gentile romana

Questa varietà di nocciola, cui è stata recentemente riconosciuta una protezione transitoria in attesa del definitivo marchio DOP, è di forma sub sferoidale con l’apice leggermente a punta. Le dimensioni sono variabili, con calibri da 13 a 22 mm.

Il guscio è di spessore medio, color nocciola, poco lucente, con tormentosità diffuse all’apice e striature numerose evidenti. Il seme è medio-piccolo,  subsferoidale, di colore simile al guscio, ricoperto di fibre, con la superficie ricoperta da solchi più o meno evidenti.

La tessitura è compatta e croccante, il sapore è finissimo e l’aroma persistente. Il seme, privato del suo guscio, viene consumato fresco, essiccato oppure tostato. Può essere utilizzato sia intero che tritato ed è adatto alla preparazione di torte, biscotti, gelati, creme e anche liquori.
I noccioleti prediligono terreni sciolti, freschi, acidi e ricchi di sostanza organica. I sesti d’impianto sono riconducibili alla coltivazione a cespuglio e vengono potati ogni anno.
La raccolta delle nocciole è sia manuale che meccanica e si esegue da metà agosto a metà novembre. In seguito si procede allo stoccaggio in locali idonei ben areati, con umidità massima del 6%. Le operazioni di cernita, calibratura e condizionamento devono avvenire entro l’anno successivo a quello della raccolta. La resa alla sgusciatura è compresa tra il 28 e il 50%.
La nocciola è un frutto molto calorico, ricco soprattutto di acidi grassi monoinsaturi, vitamina E, vitamina K, colina e minerali (potassio, calcio e fosforo).

Azienda Agricola Massimi,  produttrice di nocciole biologiche nel rispetto totale dell’ambiente

Azienda Agricola Massimi,  produttrice di nocciole biologiche nel rispetto totale dell’ambiente

L’Azienda Agricola Massimi Ilaria, ubicata a Castelfranco, presso Ischia di Castro, cittadina di circa 2300 abitanti nella provincia di Viterbo, si occupa della produzione di nocciole biologiche della varietà Tonda Gentile Romana. Le varie fasi dell’attività sono tutte realizzate nei pressi dell’impianto.

L’Azienda segue la lavorazione della nocciola in tutte le sue fasi: dalla preparazione del terreno, alla semina ed alla raccolta in autunno.

Le nocciole raccolte vengono sgusciate, calibrate e cernite, meccanicamente e manualmente, arrivando ad ottenere nocciole sgusciate. I frutti più grandi vengono tostati, in modo da esaltarne sapore e aroma, ricontrollati manualmente in un’ulteriore verifica qualitativa e confezionati sottovuoto per mantenerne aroma e fragranza.

Inoltre l’Azienda produce anche olio extravergine d’oliva biologico della varietà Canino.

L’obiettivo primario dell’Azienda è quello di produrre cibi sani e nutrienti per portarli sulle tavole di tutti i consumatori. Per questo motivo, la filosofia aziendale è quella di tutelare la terra ed i suoi “frutti”, al fine di conservare e proteggere la sua naturalezza autentica e consegnarla intatta alle generazioni future.