Fino a qualche settimana fa, quando compravi il pane non potevi essere certa che qualcuno non facesse il “furbetto” e ti vendesse come freschi un filone o una pagnotta congelati. Grazie alla nuova etichetta per il pane, prevista dal decreto 1 Ottobre 2018, ora potrai fare un acquisto più trasparente.
Il nuovo decreto fa chiarezza sulla denominazione del pane fresco ma resta il problema di prevedere anche per il pane l’etichettatura obbligatoria dell’origine delle farine utilizzate per consentire ai consumatori di compiere scelte consapevoli ed alle imprese di far emergere il valore distintivo dei prodotti agricoli.
Ben sei pani sono stati riconosciuti dall’Unione Europea: la Coppia Ferrarese, la pagnotta del Dittaino. il pane casereccio di Genzano, il pane di Altamura, il pane Toscano e quello di Matera.
Ma sono centinaia le specialità tradizionali. Dal “Pane cafone” campano, così chiamato perchè con questo termine erano appellati i contadini al tempo dei Borboni, al “Pan rustegh” della Lombardia che giustifica il vecchio detto “pane di villano, rustico ma sano”, dal “Pan ner” della Val d’aosta ottenuto da un impasto di segale e frumento, alla “Lingua di Suocera” piemontese nel cui nome è sin troppo evidente il riferimento, a dir la verità, un pò troppo cattivello, alla lunghezza della lingue delle suocere..
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