Ad essere biologico non è l’alimento ma il metodo di agricoltura ed allevamento che utilizza additivi e trattamenti soltanto di origine naturale. Scopriamo insieme il vero biologico.
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Gli Italiani amano il vero biologico. Secondo i dati riportati da Nomisma e diffusi in occasione di Sana, il Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna, il primo semestre 2017 ha segnato un incremento delle vendite bio superiore del 10,3 % rispetto a Gennaio/Giugno 2016. Non è un caso. Il trend continua a segnare una forte crescita da diversi anni, specialmente al Nord-Italia dove avviene il 65% della spesa bio. Mentre il centro si attesta al 24% ed all’11 il Sud.
Sempre secondo i dati Nomisma, inoltre, i prodotti bio più apprezzati sono il miele (12,9%), uova (12,9%), frutta (7,8%) ed ortaggi (5,6%).
Infine, il primo semestre 2017 ha registrato anche una crescita record di vendite per la carne di pollo bio (+61%) e per il vino bio (+108%). Un settore, insomma, in costante aumento e di cui vale la pena approfondire la conoscenza, anche per eliminare tanti falsi miti che lo circondano.
Va innanzitutto precisato che ad essere definiti biologici non sono gli alimenti. Ma i processi che sono messi in atto per ottenerli. Per questo motivo, è più corretto parlare di agricoltura ed allevamento biologici.
Nelle coltivazioni e negli allevamenti biologici non viene utilizzato alcun prodotto chimico. Le sostanze usate come additivi o trattamenti agricoli nelle colture biologiche o nella dieta degli animali allevati sono infatti tutte di derivazione naturale. Dall’alimentazione degli animali, così come nei prodotti di derivazione biologica, sono dunque esclusi anche gli Ogm (Organismi geneticamente modificati).
La rinuncia all’uso di sostanze chimiche preserva la salute non soltanto delle persone ma anche dell’ambiente. Nelle coltivazioni e negli allevamenti biologici tutti i processi sono infatti all’ insegna del rispetto sia degli animali sia dei cicli biologici dei vegetali.
Le aziende agricole e gli allevamenti biologici, così come i distributori devono rispettare ferree norme imposte dall’Unione Europea.
Ad esempio, da un lato gli agricoltori devono ruotare le colture per non sfruttare eccessivamente il terreno. Ed impiegare inoltre insetti “buoni” per prevenire malattie. Mentre dall’ altro l’allevamento deve rispettare i fabbisogni fisiologici degli animali. E non ricorrere all’uso di farmaci “a tappeto” per prevenire patologie e creare degli spazi di isolamento per tenere i capi che si ammalano.
Inoltre, i processi biologici non devono inquinare l’ambiente, preservando le specie autoctone, sia animali sia vegetali.
Tutte queste attenzioni per l’ambiente si notano quando si portano in tavola prodotti d’origine biologica. Tali alimenti non sono sottoposti ad alcun trattamento chimico. Hanno un gusto più naturale e dunque più autentico.
Se la differenza di sapore si apprezza immediatamente, i benefici per la salute di cui gode chi sceglie di nutrirsi principalmente con cibi di derivazione biologica si notano nel tempo. Rispetto a quelle ottenute da agricoltura convenzionale, la verdura e la frutta d’origine biologica contengono una maggiore quantità di antiossidanti. Si tratta di sostanze utili per rallentare il fisiologico invecchiamento dell’organismo.
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