La tracciabilità alimentare è fondamentale per scegliere consapevolmente che cosa portare in tavola. E presto l’obbligo di certificazione sarà esteso.
E’ sempre più sentita dai consumatori l’esigenza di conoscere l’origine degli alimenti acquistati.
Per molti cibi, come la carne di pollo, quella bovina, la frutta e la verdura, le uova fresche, il miele, la passata di pomodoro, il pesce, l’olio extravergine di oliva, il latte ed i formaggi, la legge già impone di indicare l’origine in etichetta. Ancora molti alimenti, però, rimangono “sconosciuti”, come i salumi, la carne di coniglio, le carni trasformate (quelle, cioè, che hanno subito un processo di trasformazione per allungarne la conservazione), le verdure e la frutta trasformate (anch’esse lavorate per essere conservate) ed il pane.
Le cose stanno però cambiando per altri prodotti, come pasta, riso e conserve di pomodoro, di cui conosceremo a breve l’origine.
L’etichetta di origine obbligatoria che permette di conoscere l’origine del riso e del grano impiegato nella preparazione della pasta è entrata in vigore a Febbraio.
Come ricorda la Coldiretti, una confezione di pasta su tre è prodotta con grano straniero senza che questo venga indicato sull’etichetta. Stesso discorso per il riso, uno su quattro non è italiano.
I pareri su questa nuova norma sono discordanti. Contro il decreto sulla pasta ha fatto ricorso l’Aidepi, l’Associazione delle industrie dei dolci e della pasta, che lo ritiene inutile, mentre la Coldiretti ha sottolineato che questa nuova informazione risponde alle esigenze di oltre il 96% degli Italiani. Ostacolando questa nuova norma, si “vuole impedire ai consumatori di conoscere la verità, privandoli di informazioni importanti come sapere se nella pasta che si sta acquistando sia presente o meno grano canadese trattato in preraccolta con il glifosate (un componente chiave dei diserbanti più usati nel mondo), accusato di essere cancerogeno e per questo proibito sul grano italiano.
La nuova etichetta ti permetterà inoltre di sapere se si tratta di prodotti italiani al 100% oppure solo al 50%.
Novità in vista anche per la tracciabilità alimentare dei derivati del pomodoro. Forse non lo sai, ma dalla Cina arrivano 92 milioni di kg di concentrato di pomodoro che vengono spacciati come Made in Italy.
Oggi l’obbligo di indicare la provenienza esiste solo per le passate. Presto l’obbligo di tracciabilità alimentare sarà esteso anche a conserve, concentrato di pomodoro. Questa obbligatorietà sarà estesa anche ai sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
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