Da primo paesaggio storico rurale italiano ad esempio per l’Umanità
Le vigne tradizionali del Soave sono state dichiarate nel 2018 dalla FAO sito GIAHS, ovvero patrimonio agricolo di rilevanza mondiale.
Con questo riconoscimento sono tutelati come patrimonio i tratti distintivi di questo territorio veneto che sono la pergola veronese, il sistema delle sistemazioni idrauliche fatto di muretti a secco e terrazzamenti, l’appassimento del Recioto di Soave e l’organizzazione sociale fatta dai 3mila viticoltori riuniti in una cooperazione virtuosa, che ogni giorno con fatica coltivano le uve che crescono suoi suoli vulcanici e calcarei della denominazione.
Valori e tradizioni centenari, tramandati di generazione in generazione e che oggi sono ancora vivi e portati avanti dai giovani che si stanno affacciando su questo mondo. Un lavoro iniziato nel 2006 con la pubblicazione di “Un paesaggio Soave” che prima di tutti ha riconosciuto come valore intrinseco tutti quegli elementi distintivi ed identitari di un territorio dedito, da più di 200 anni, alla viticoltura; nel 2015 l’edizione di “Origine, stile e valori” pone le basi al lavoro coordinato dal Consorzio, che ha portato al riconoscimento come Primo Paesaggio Storico Rurale Italiano; infine la scrittura della candidatura GIAHS.
Che cos’è un sito GIAHS?
I siti GIAHS sono paesaggi di straordinaria bellezza, che combinano biodiversità agricola, ecosistemi resilienti e patrimoni culturali di inestimabile valore. La loro diversità culturale, ecologica ed agricola li rende unici ed irripetibili.
Per essere un sito GIAHS devono essere soddisfatti 5 criteri:
- sicurezza alimentare e sostentamento
- agro-biodiversità
- sistemi della tradizioni e conoscenze locali
- cultura, sistemi dei valori ed organizzazione sociale
- caratteristiche del paesaggio
Colline del Soave: sistema agro-economico che fornisce sostentamento economico ad un gran n° di famiglie
La viticoltura è completamente orientata alla produzione del Soave DOC, uno dei più famosi vini bianchi italiani, esportato in 80 Paesi in tutto il mondo. Oltre ad esso c’è una piccola produzione di un prodotto tipico chiamato Recioto di Soave, realizzato con l’antica tecnica di appassimento dell’uva, che affonda le sue radici nel Medioevo.
Pure essendo caratterizzato da piccole o micro proprietà, il Soave è riuscito a rimanere competitivo grazie alla cooperazione ed all’innovazione. Questo attraverso il ruolo attivo del Consorzio e del sistema cooperativo che fa sì che questa aggregazione di produttori avvenga e prosperi.
Suoli, esposizioni e clima definiscono un’identità peculiare ed originale.
Su queste colline, grazie alla determinazione dei viticoltori ed alla simbiosi tra le varietà autoctone della Garganega e del Trebbiano di Soave, l’intero sistema prospera in perfetto equilibrio con l’ambiente circostante.
Alcuni progetti iniziati dieci anni fa hanno reso quest’area all’avanguardia per la tutela del suolo e del paesaggio, nella prevenzione dell’erosione del suolo e sugli studi sulla biodiversità.
Sono inoltre numerose le ricerche sulla sostenibilità, sia dal punto di vista ambientale che per quanto riguarda il trovare soluzioni per problemi tecnici derivanti dal lavoro su pendii ripidi, a partire dalla manutenzione dei vigneti fino al modo di condurli in termini di scelte agricole come agricoltura biologica o integrata.
Tutti questi fattori, combinati con la forte determinazione dei viticoltori a continuare questo tipo di coltura nonostante tutte le difficoltà, rendono il sito GIAHS del Soave uno dei più importanti esempi di conservazione di un sito agricolo tradizionale in Europa e nel mondo, esempio per l’intera umanità.