Cinquant’anni fa l’uomo sulla Luna: come appare oggi il nostro satellite?
Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui l’uomo mise piede sulla Luna per la prima volta. Un piccolo passo per un uomo, una grande passo per l’Umanità.
Paolo Nespoli in quel periodo è un ragazzino ma presto inizierà una straordinaria carriera. Dopo otto anni trascorsi nell’Esercito Italiano subito dopo il liceo, ottiene infatti un Bachelor of Science in Aeronautica ed Astronautica dalla Polytechnic University di New York. Lavora quindi in Italia come ingegnere disegnatore, per poi, essere assunto dal Centro Astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a Colonia, in Germania, come ingegnere addetto all’addestramento degli astronauti.
Nel 1998 è selezionato come astronauta dall’Agenzia Spaziale Italiana, inglobato nel corpo astronauti dell’Esa e distaccato al Johnson Space Center della Nasa ad Houston.
Il suo primo volo nello spazio si compie nel 2007: Nespoli partecipa alla missione di breve durata Sts-120 per l’assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). Fra il 2010 ed il 2011 vola sulla Iss nella missione di lunga durata Spedizione-26/27 e vi torna nel 2017 per la Spedizione-52/53: complessivamente ha trascorso ben 313 giorni nello spazio ed oggi si dice convinto della necessità di nuove sfide sulla Luna ma anche su Marte.
Sulla Luna la vita come la conosciamo sulla Terra non è possibile
Sulla Luna non c’è atmosfera e le temperature sono estreme: caldissime al sole, freddissime all’ombra e poi si è completamente esposti alle radiazioni solari e cosmiche.
Occorrerà costruire ambienti abitativi adeguati, cosa sicuramente non facile che obbligherà gli astronauti a sperimentare e sviluppare soluzioni innovative. Non è pensabile infatti dover portare tutto il materiale da terra, cosa che si fa oggi sulla Stazione Spaziale. Ci si dovrà concentrare sull’utilizzo massimale delle risorse disponibili sul suolo lunare, come per esempio l’acqua, presente nei crateri polari, elemento essenziale alla vita. Dall’acqua si dovrebbe ricavare ossigeno. Si dovrebbero usare materiali presenti nel suolo e sottosuolo sia per costruire strutture sia per produrre combustibili.
Si potrebbero realizzare fabbriche lunari autonome, ossia robot che producono cose in autonomia, inclusi mattoni o addirittura case intere per abitanti. Sarebbero necessarie serre per coltivare piante e cibo.
Una nuova stazione spaziale in orbita lunare
Sta prendendo forma il progetto di una nuova stazione spaziale in orbita lunare. Quali sono le caratteristiche e funzioni che dovrà avere? Per molti aspetti potrà essere simile alla stazione spaziale internazionale che oggi orbita intorno alla Terra, anche se la maggiore distanza dal nostro Pianeta renderà necessario gestire diverse complicazioni.
Si continuerà quindi l’importante lavoro di ricerca e sperimentazione che oggi viene fatto in orbita bassa terrestre, con il vantaggio che una stazione spaziale lunare funzionerebbe anche da stazione intermedia per voli per e dalla Luna e, poi, per e da Marte.
I Paesi coinvolti in questa nuova corsa alla Luna, su tutte c’è la Cina, avvertono la necessità di imporsi obiettivi stimolanti dal punto di vista tecnologico e scientifico e di dimostrare il proprio valore beneficiando dei ritorni che ne provengono.