Il prosciutto crudo è un alimento tipico italiano. Viene impiegato (sgrassato) nella dieta di milioni di persone per le sue peculiari caratteristiche nutrizionali.
Sull’Italia del buon cibo e delle eccellenze agroalimentari si potrebbe scrivere un’enciclopedia! Perché ne abbiamo veramente tante. Una di queste è il prosciutto crudo, alimento italiano che si ottiene dalla coscia del suino lavorata attraverso varie fasi.
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Il prosciutto crudo è un alimento privo di carboidrati e ricco di proteine, grassi e sali minerali.
Grazie ai valori nutrizionali, il prosciutto crudo può essere un valido sostituto della carne. Quindi è consigliato per chi è a dieta e per chi soffre di gastrite.
Un etto di prosciutto crudo apporta 270 calorie e, se viene privato del grasso visibile, si arriva addirittura a 150. Senza grasso diventa ipocalorico ed ancora più digeribile. L’importante è che sia di qualità.
L’Italia vanta undici prodotti a marchio europeo: otto Dop (Denominazione di Origine Protetta) e tre Igp (Indicazione Geografica Protetta), ed altrettanti prosciutti non “certificati”.
Le differenze sono dettate dalla qualità della carne, dallo spessore del grasso e dall’apporto di sale.
Di solito quello dolce è tipico del Nord, come il Parma ed il San Daniele Dop, mentre quello salato è caratteristico del Sud.
Nella fetta di crudo si deve distinguere la parte magra da quella grassa. Nella parte magra non ci devono essere infiltrazioni di grasso e macchie scure, mentre la parte grassa deve avere un colore bianco porcellanato ed essere di uno spessore di almeno un centimetro e mezzo.
All’olfatto la fetta deve avere il sentore di nocciola e, per i prodotti più stagionati, anche di brodo di carne. Mentre all’assaggio non deve sapere di muffa.
Questo affettato è un’ottima soluzione anche per la pausa pranzo e può essere utilizzato nella dieta di tutti i giorni. Se non si ha la possibilità di mangiare un piatto di pasta, un panino da 100 grammi con 50 grammi di crudo è una buona soluzione per un pasto, purché sia accompagnato da una ricca porzione di insalata condita con un cucchiaio di olio extravergine d’oliva e succo di limone.
La differenza tra un prosciutto crudo e l’altro può farla anche la stagionatura. In media dura 10-12 mesi, termine minimo imposto da gran parte dei disciplinari di produzione italiani.
Anche se esiste una versione di prosciutto disossato all’origine, la cui stagionatura scende a 7/8 mesi.
Più o meno stagionato, questo affettato va mangiato sempre in giuste quantità. La porzione consigliata è di 50/60 grammi, che equivalgono a 6/7 fette senza grasso, una o al massimo due volte a settimana.
Non bisogna dimenticare, però, che il prosciutto crudo ha un certo contenuto di sale e va consumato con moderazione.
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