Insetti da mangiare? Ebbene sì, ora è permesso farlo anche in Italia. La Novel Food è una rivoluzione che salverebbe il Pianeta ma suscita anche infinite perplessità.
Le piacciono le farfalle? Sembra una domanda innocente, quasi banale. Chi ha una brutta opinione di queste meravigliose creature? Però il quesito può nascondere uno spessore diverso.
Il 2018 ha segnato pure in Italia l’avvento del Novel Food, come lo chiamano. Anche qui, attenzione agli equivoci: niente a che fare con la Nouvelle Cuisine, con piatti scenografici e colorati alla Paul Bocuse, dove l’unico rischio è che l’estetica finisca per godere più dello stomaco, date le assai modiche quantità delle porzioni. Sì, perché il Novel Food comprende funghi, alghe e..insetti.
Circa duemila le specie ritenute commestibili ed in molti Paesi del mondo considerate vere e proprie leccornie. Due miliardi di persone se ne cibano quotidianamente.
Da noi, comunque, il Ministero della Salute, a ulteriore tutela dei consumatori, ha stabilito che la commercializzazione per uso alimentare di un insetto o di un suo derivato può essere consentita solo dopo il rilascio a livello Ue di un’autorizzazione in applicazione del regolamento Ue 2015/2283. Consolatorio. Niente non è.
I piatti e le origini del Novel Food
Indice dei contenuti
Una piccola carrellata geografica dei Paesi che hanno menù zuppi di insetti.
Cavallette e scarafaggi al cartoccio in Thailandia
Chiunque abbia fatto un viaggio in Thailandia ha ben presente i venditori di cavallette e scarafaggi fritti: là si raccolgono esserini a sei zampe come da noi si va per funghi o per castagne e si mangiano come patatine, dal cartoccio. Street food nel vero senso del termine “cibo di strada”.
Bruchi di farfalla: 50% fabbisogno proteico in Africa
In Africa, invece, i bruchi di farfalla del genere delle Saturnie coprono il 50% del fabbisogno proteico dei Paesi più a Sud, serviti fritti, bolliti, in salamoia e perfino confezionati in lattina in salsa chili o al pomodoro, pronti da mettere in pentola in versione sughetto.
Messico: cavallette e vermetto di mescal
E non è finita: i turisti che tornano dal Messico agli amici raccontano divertiti (ma anche un po’ schifati) di aver visto il famoso vermetto del mescal, messo dentro la bottiglia per aromatizzarla col suo gusto piccantino. E’ la larva di un coleottero che parassita l’agave. Ma al di là di questa piccola curiosità, il consumo di insetti per uso alimentare nel Paese dei Maya è notevole: le cavallette te le trovi anche dentro i tacos, cui pare conferiscano un gusto favoloso.
Colombia: formiche taglia foglie come i pop corn
In Colombia le formiche taglia foglie si friggono e diventano croccanti popcorn da sgranocchiare al cinema. Ed i millepiedi disidratati vengono infilati su lunghi bastoncini e serviti anche nei civilissimi Stati Uniti.
La geografia dell’insetto nel piatto insomma è vastissima ed incoraggiata dalla FAO, che la vede come un buon modo per contrastare la fame nel mondo.
Il Novel Food: una miniera di proteine
Gli insetti contengono dal 38 al 48% di proteine. Ed una bella bistecca di pregiatissima scottona non tocca il 18%. Inoltre gli insetti sono poveri di colesterolo.
Ma uno scarafaggio sempre uno scarafaggio è! Non bisogna pensare che possano venir venduti per uso alimentare insetti qualsiasi.
La normativa parla chiaro. Solo quelli allevati apposta per finire cucinati da almeno quattro generazioni possono finire sugli scaffali dei supermercati. Si nutrono di mangimi controllatissimi e sono più puliti di una gallina. Sono previste norme severe sulla tracciabilità. Non devono contenere tracce di metalli, di pesticidi, niente di nocivo.
Casu Martzu: in Italia si mangiano già gli insetti
Avete mai sentito parlare della specialità sarda casu martzu?
Il casu martzu è un formaggio e su questo non ci piove. Abbiamo sempre pensato che si chiamasse così perché, magari, lo preparavano in primavera. Formaggio marzolino, che bel nome! Ed invece non è così.
Martzu sta per marcio, fradicio. Si tratta di pecorino abitato dalle larve della mosca casearia. Una specialità. Gli intenditori inseguono le larve della Piophila casei cercando di infilzarle con la forchetta. Ed il “formaggio che cammina” piemontese? Ed il saltarello friulano?
A noi gli insetti fanno impressione ma a questo punto li mangiamo senza saperlo.