I fiori non solo danno un tocco di colore alle pietanze ma posseggono anche interessanti valori nutrizionali.
Alcuni fiori li consumiamo sempre, ad esempio i fiori di zucca ma anche rose e borragine, crudi, cotti o infusi. Altri stanno entrando a poco a poco nella consuetudine.
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Alcuni fiori a poco a poco stanno entrando nella consuetudine, anche per la voglia di portare in tavola piatti non solo buoni da mangiare ma anche belli da vedere. Si tratta dei fiori eduli, che si possono aggiungere ai piatti di carne, alle zuppe, alle insalate, alle macedonie e persino ai sorbetti.
Sono circa 50 i fiori commestibili oggi conosciuti e studiati. Ma si tratta di un numero destinato ad aumentare.
Il colore di un fiore serve alla pianta per richiamare gli insetti per l’impollinazione. Ma non solo. La maggior parte dei colori è dovuta alla presenza di pigmenti che aiutano il fiore anche a superare gli stress ambientali, come la mancanza d’acqua o il freddo. Queste molecole sono per lo più polifenoli, flavonoidi ed antocianine, composti cioè con un ruolo antiossidante. Svolgono la stessa funzione nel nostro organismo, combattendo i cosiddetti radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento cellulare, aiutando a prevenire molte delle malattie degenerative più diffuse.
I fiori gialli ed arancioni, per esempio, contengono flavonoidi e carotenoidi. Il colore viola ed il magenta sono invece originati dalle antocianine. Sono ricchi inoltre di sali minerali, vitamine A,B,C ed aminoacidi.
I fiori in tavola aiutano a seguire una dieta sana ed equilibrata.
Non tutti i fiori sono commestibili ed alcuni possono essere velenosi. I fiori che si trovano in commercio per essere mangiati sono sicuri e garantiti. Sono scelti tra le varietà commestibili e coltivati nei modi adeguati. Se si decide, invece, di farli crescere in un piccolo orto, su un terrazzo o di assaggiare dei fiori raccolti in un campo, è bene farsi guidare da un esperto botanico.
Prima di consumare i fiori è fondamentale verificare la loro origine. E’ importante specificarlo.
Il modo migliore per apprezzarli è mangiarli crudi, anche perché mantengono al meglio i loro nutrienti. Bisogna però evitare di conservarli per più giorni. Se la modalità non è corretta, vi è il rischio che sviluppino muffe e tossine. E’importante poi lavarli e pulirli accuratamente.
Un’unica controindicazione riguarda il pericolo di reazioni allergiche, dovute al polline che contengono. I fiori più consumati sono quelli meno allergenici.
La borragine è ricchissima di flavonoidi. Può essere consumata cruda o anche fritta o impanata.
Le begonie, aggiunte alle insalate, nei sorbetti o nelle macedonie, hanno un interessante potere antinfiammatorio.
Le viole sono ricche soprattutto di potassio. Mentre il geranio è astringente, diuretico ed è utile per le irritazioni alla gola e per l’ulcera allo stomaco.
La primula, di cui si consuma tutto, in insalate, zuppe, salse ed infusi. È un toccasana contro l’insonnia.
Il nasturzio è consigliato in caso di raffreddore perché ricco di vitamina C. Come la rosa, forse il più noto tra i fiori edibili, il cui frutto è anche ricchissimo di proteine ed acidi grassi insaturi omega 3 ed omega 6, essenziali per mantenersi in salute.
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