Prima di concedere all’orto il riposo invernale è opportuno lavorare la terra affinché se ne possa trarre il massimo beneficio nella prossima bella stagione.
Con l’arrivo dell’autunno, ci sono sempre meno ortaggi da seminare ma ancora molti da raccogliere.
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L’attrezzo tradizionalmente usato per lavorare la terra è la vanga. La si pianta nel terreno e poi la si solleva lasciando la fetta di terra tagliata a lato o in avanti e proseguendo andando indietro per tutta la superficie dell’orto. Tuttavia se la terra non risultasse particolarmente costipata né troppo argillosa non sarà necessario vangare. Ad esempio, nel caso in cui per tutto l’anno si siano mantenute ben distinte le aiuole di coltivazione dai vialetti di camminamento, basterà allentare la terra delle aiuole con un bel forcone a denti dritti, che ossigena in profondità il suolo senza richiedere il sollevamento della terra smossa. Che si usi la vanga o la forca, comunque, i passi successivi sono zappare per rompere le zolle e livellare col rastrello.
Le aiuole rialzate con il passare del tempo perdono definizione perché la terra tende a cadere a lato ed ogni tanto è necessario quindi riportarla in alto con il badile.
La tecnica dell’aiuola rialzata non è tuttavia l’unica soluzione valida: se il nostro terreno è molto sciolto possiamo anche coltivare l’orto in piano, lasciando poi che siano le file degli ortaggi a definire gli spazi ed i camminamenti.
Nell’atto di ripulire le aiuole, ridefinirle e zappettarle, si reintegra anche la fertilità della terra consumata dalle colture passate. In un orto biologico i fertilizzanti comuni sono il compost o il letame, da mettere nelle quantità di 3/4 kg al metro quadrato, o anche lo stallatico in pellets, da usare in dosi molto più ridotte perché concentrato.
La cenere di legna e le farine di roccia sono ulteriori integrazioni, da cospargere come un velo su tutto l’orto.
Chi non ha mai coltivato e dispone di un angolo di giardino in cui desidera avviare l’orto, deve iniziare con le lavorazioni di base con la vanga o in alternativa con il motocoltivatore nel caso di ampie superfici.
Il passo successivo, se si opta per questa scelta, è la formazione delle aiuole rialzate, che si realizzano con l’aiuto di un metro per prendere le misure, di fili e paletti per seguire le linee dritte e di un badile per scavare i camminamenti.
La terra non dovrebbe restare nuda per tutto l’inverno: le intemperie potrebbero impoverirla e danneggiarla.
Per questo mettervi sopra un buono strato di pacciamatura di paglia la proteggerà ed alle prime semine di primavera troveremo aiuole soffici e già pronte all’uso.
Naturalmente non tutti gli spazi dovranno essere lavorati in questo periodo: quelli ancora occupati dagli ortaggi resistenti al freddo (come verze, cavolo nero, topinambur e cavoletti di Bruxelles) verranno lavorati ad inizio primavera.
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