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Nel 2016 sono nate, in Italia, 90.000 imprese “green” dirette da under 35, che lavorano grazie all’agricoltura biologica.
Oggigiorno sempre più giovani si lanciano nel mondo dell’agricoltura biologica dando vita a numerose imprese “green”.
I giovani, solitamente under 35, ritengono che l’agricoltura biologica possa essere una strada da intraprendere per il loro futuro professionale. Un progetto etico che contrasta la diffusione del cosiddetto “cibo spazzatura”. Lo conferma anche uno studio della Coldiretti, secondo cui nell’ultimo anno sono nate ben 90.000 imprese “green” guidate da under 35.
Philipp Breitenberger ed Antonio Idà, giovani italiani, si sono lanciati nel mondo dell’agricoltura biologica, partendo da un’idea. Due storie di passione, impegno e successo.
Philipp Breitenberger, originario di Giavera di Montello, in provincia di Treviso, grazie al padre fondiario, cresce mangiando frutta ogni giorno. Diventa grande e parte per la Germania grazie all’Erasmus. Un’esperienza fondamentale che gli ha fatto vedere il mondo da una prospettiva diversa. Al suo ritorno in Italia inizia a coltivare e vendere kiwi.
Nel 2008 Philipp, insieme al fratello Manuel, apre la Kiwiny che con 10 ettari di piantagioni in Italia produce due tipi di frutti. Hayward (i kiwi lunghi e verdi) e Soreli Gold (i kiwi corti e gialli).
Dai frutti i fratelli Breitenberger ricavano e vendono anche marmellate e succhi.
Kiwiny non usa sostanze chimiche nei processi produttivi. Rispetta l’ambiente utilizzando un impianto fotovoltaico da 100 chilowatt.
Parte da Cremona la storia di Spirufarm, azienda italiana che coltiva la spirulina, un’alga per uso alimentare con un alto contenuto di vitamine e proteine.
Antonio Idà è laureato in biotecnologie ed ha fatto il ricercatore. E’ affiancato dall’imprenditore Stefano Lonzoni. I due si mettono in moto nel 2015 presentando il loro progetto al concorso “Coltiva l’idea giusta”, indetto da Make a Change ed Ubi Banca per sostenere le imprese eco sostenibili. Convincono i giudici e si aggiudicano un fondo che consente loro di aprire l’azienda.
Da un anno Spirufarm fornisce ristoranti e negozi con l’alga spirulina trasformata in scaglie o in polvere.
Con l’acqua usata per la coltivazione delle alghe, Spirufarm irriga anche i campi. Inoltre, il calore dei suoi impianti a biogas viene recuperato per scaldare le serre.
Negli ultimi anni l’acquisto dei prodotti biologici in Italia è cresciuto molto.
Da un’indagine di Assobio emerge che l’83% delle famiglie italiane ha portato in tavola prodotti “verdi”.
Sul fronte esportazioni, il dato più significativo è quello americano. Negli anni di Obama il bio-made in Italy negli Stati Uniti è cresciuto del 73%.
Per Kiwiny e Spirufarm, però, la destinazione dei prodotti è varia. L’azienda di Breitenberger, nata con una propensione all’export, vende i kiwi in Canada ed Australia, oltre che negli Usa.
Nonostante la crisi che da noi non molla, Spirufarm punta invece a diventare leader nel Belpaese.
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