Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta per l’Italia un’opportunità storica sia per riprendersi dalla crisi pandemica, sia per ridisegnare il proprio modello di sviluppo.
In questo contesto, l’agricoltura, settore primario e strategico, gioca un ruolo da protagonista. Con investimenti miliardari, il PNRR punta a rendere le aziende agricole italiane più competitive, sostenibili e resilienti.
Mentre molte risorse sono già state allocate con bandi chiusi o in corso, il biennio 2025-2026 si configura come un periodo fondamentale non solo per l’attuazione degli investimenti già avviati, ma anche per la definizione e il lancio delle ultime opportunità e per la piena realizzazione degli obiettivi del Piano.
Il PNRR indirizza gli investimenti per l’agricoltura principalmente attraverso due missioni strategiche.
Oltre a questi pilastri, il Piano integra investimenti trasversali fondamentali, come il potenziamento della logistica (Missione 3) e delle reti di irrigazione (Missione 4), che forniscono benefici indiretti ma cruciali all’intero settore agricolo.
Per capire le opportunità del biennio 2025-2026, è fondamentale fare il punto sui bandi già lanciati e su come evolveranno.
1. Parco Agrisolare (M2C2)
Obiettivo: diffondere pannelli fotovoltaici su tetti di capannoni e strutture agricole, senza consumo di suolo, per produrre energia pulita e ridurre i costi aziendali.
Stato attuale: i bandi, con incentivi a fondo perduto, sono stati lanciati e hanno riscosso enorme successo. Le domande sono state presentate e le graduatorie definite.
Prospettive 2025-2026: in questo biennio, l’attenzione si sposterà completamente sull’esecuzione e la rendicontazione. Le aziende agricole vincitrici dovranno completare l’installazione degli impianti, collaudarli ed inviare la documentazione finale per ottenere il pagamento. È improbabile l’apertura di nuovi bandi per questa misura, a meno di riassegnazioni di risorse non utilizzate.
Obiettivo: rafforzare le filiere agroalimentari strategiche (es. cereali, zootecnia, frutta, ortaggi, biologico) attraverso accordi tra agricoltori, industrie di trasformazione e distribuzione. I fondi sostengono investimenti in beni materiali e immateriali per l’innovazione e la tracciabilità.
Stato attuale: sono stati pubblicati diversi bandi, con scadenze nel 2023 e 2024, che hanno finanziato centinaia di progetti presentati da “soggetti aggregatori”.
Prospettive 2025-2026: questo sarà il cuore pulsante dell’attuazione. Le imprese coinvolte nei progetti vincitori dovranno:
Obiettivo: sostituire gli impianti a biogas obsoleti o costruirne di nuovi per la produzione di biometano avanzato da reflui zootecnici e sottoprodotti agricoli, contribuendo all’indipendenza energetica nazionale.
Stato attuale: il bando, con contributi a fondo perduto fino al 40%, è stato chiuso. Le risorse sono state assegnate.
Prospettive 2025-2026: Anche in questo caso, il focus sarà sull’implementazione. La costruzione e la messa in opera di un impianto di biometano è un processo tecnico e autorizzativo complesso.
Il biennio 2025-2026 sarà critico per il completamento di questi progetti, con un’attenta vigilanza sui tempi e sul rispetto degli standard tecnici e ambientali.
Obiettivo: potenziare la rete logistica per i prodotti agricoli di filiera corta e lunga, finanziando centri di raccolta, stoccaggio e lavorazione (hub).
Stato attuale: i bandi sono stati pubblicati e le risorse assegnate.
Prospettive 2025-2026: come per le altre misure, il periodo sarà dedicato alla realizzazione concreta delle infrastrutture. Questo è uno degli investimenti con il potenziale di impatto più alto a lungo termine, in quanto mira a ridurre gli sprechi e migliorare l’efficienza del mercato.
Obiettivo: introdurre macchinari agricoli all’avanguardia, a basso impatto ambientale (es. trattori a metano o elettrici) e tecnologie di agricoltura di precisione (droni, GPS, sensori).
Stato attuale: attuata principalmente attraverso i Contratti di Filiera, che prevedono l’acquisto di queste tecnologie da parte delle aziende consorziate.
Prospettive 2025-2026: l’ effetto si vedrà sul campo. Le aziende agricole che fanno parte di progetti vincitori inizieranno a ricevere e utilizzare i nuovi macchinari e le tecnologie. Questo biennio sarà quindi il momento in cui gli investimenti inizieranno a tradursi in un reale aumento di produttività e sostenibilità.
La scadenza ultima del PNRR è il 2026. Tutti i progetti devono essere fisicamente e finanziariamente completati entro quella data. Questo crea una pressione enorme sulle aziende e sulla pubblica amministrazione per sbrigare le pratiche, ottenere le autorizzazioni e concludere i lavori.
L’ aumento del costo dei materiali e dell’energia potrebbe mettere a rischio la fattibilità economica di alcuni progetti approvati con budget definiti anni prima. Sarà importante un monitoraggio attento di questo rischio.
Molte PMI agricole non hanno strutture amministrative complesse. La gestione della rendicontazione, del rispetto dei target e delle comunicazioni con le autorità potrebbe rivelarsi un collo di bottiglia.
Gli investimenti del PNRR devono essere complementari e sinergici con quelli della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027.
Le aziende dovranno saper integrare le diverse fonti di finanziamento senza incorrere in doppi finanziamenti.
Anche se molti bandi sono chiusi, non è il momento di abbassare la guardia.
A seguire consigli utili su come le aziende agricole possono posizionarsi al meglio.
Se sei un beneficiario: concentrati sulla corretta esecuzione del progetto. Tieni una contabilità separata, conserva tutti gli scontrini e le fatture e rispetta le tempistiche e le specifiche tecniche indicate nell’atto di concessione.
Considera l’idea di affidarti a un consulente esperto in rendicontazione PNRR.
Se non hai vinto o non hai partecipato:
Il biennio 2025-2026 sarà l’anno della verifica sul campo degli investimenti del PNRR. Sarà il momento in cui si dovrà dimostrare che i miliardi di euro stanziati sono stati spesi bene, innescando un circolo virtuoso di innovazione, sostenibilità e competitività.
Il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità di tutti gli attori in gioco – istituzioni, associazioni di categoria e singole aziende – di fare squadra in una corsa contro il tempo che deciderà il futuro di uno dei settori più vitali del Paese.
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