Sempre più spesso troviamo sugli scaffali prodotti con l’etichetta “senza zuccheri aggiunti”. Ma cosa significa davvero questa dicitura? È sinonimo di un prodotto più sano? Oppure è solo una strategia di marketing?
In questa guida analizziamo cosa dice la normativa, quali sono i rischi legati alla percezione del consumatore e come interpretare correttamente le etichette dei prodotti quando ci troviamo di fronte a questa specifica dicitura.
Secondo il Regolamento CE n. 1924/2006, un prodotto può riportare in etichetta la dicitura “senza zuccheri aggiunti” solo se:
Non sono stati aggiunti monosaccaridi o disaccaridi (come glucosio, fruttosio, saccarosio)
Non sono stati aggiunti altri alimenti usati per le loro proprietà dolcificanti (come miele o sciroppo d’agave)
Attenzione: questo non significa che il prodotto sia privo di zuccheri naturali (es. quelli contenuti nella frutta o nel latte).
Prodotto | Zuccheri naturali (g/100ml) | Zuccheri aggiunti | Etichetta |
---|---|---|---|
Succo d’arancia 100% | 8,0 | ❌ | ❌ |
Succo “senza zuccheri aggiunti” | 8,0–12,0 | ❌ | ✅ |
Nettare di frutta con zucchero | 8,0 + 5,0 | ✅ (saccarosio) | ❌ |
I prodotti con questa dicitura possono comunque contenere zuccheri naturalmente presenti, anche in quantità significative.
Molti consumatori associano questa dicitura a un alimento light, dietetico o a basso contenuto calorico, ma questa convinzione può essere fuorviante. Ecco perché:
A. Il prodotto può essere ricco di zuccheri naturali
Alcuni alimenti, come succhi di frutta, yogurt alla frutta o barrette ai cereali, contengono naturalmente zuccheri in quantità elevate. Ad esempio:
Una spremuta d’arancia 100% ha circa 8-10 g di zuccheri per 100 ml.
Uno yogurt alla frutta senza zuccheri aggiunti può contenere fino a 15 g di zuccheri per vasetto (derivati dal latte e dalla frutta).
B. Potrebbe essere dolcificato con alternative artificiali
Alcuni prodotti “senza zuccheri aggiunti” utilizzano edulcoranti artificiali (come aspartame, sucralosio o stevia) per mantenere un sapore dolce. Sebbene questi non siano zuccheri, il loro impatto sulla salute è ancora dibattuto.
C. Non è detto che sia a basso contenuto calorico
Un alimento senza l’aggiunta di zuccheri può comunque essere ricco di grassi o carboidrati complessi, che contribuiscono all’apporto calorico totale.
L’etichetta “senza zuccheri aggiunti” crea un “health halo effect” (effetto alone di salute), ovvero una percezione distorta che porta a credere che il prodotto sia più salutare di quanto non sia in realtà. Questo accade perché:
Il consumatore tende a focalizzarsi solo sull’assenza di zuccheri aggiunti, ignorando altri aspetti nutrizionali.
Molte persone confondono “senza zuccheri aggiunti” con “senza zuccheri”, pensando che il prodotto sia del tutto privo di zuccheri.
Alcune aziende sfruttano questa confusione per posizionare i loro prodotti come più sani, anche quando non lo sono.
Per evitare di farsi ingannare, è fondamentale imparare a leggere correttamente le etichette alimentari. Ecco cosa controllare:
1. Guarda la lista degli ingredienti
Cerca zuccheri nascosti: termini come sciroppo di glucosio, maltosio, succo di frutta concentrato, miele indicano zuccheri aggiunti.
Attenzione agli edulcoranti: se trovi aspartame, acesulfame K, sucralosio, il prodotto è dolcificato artificialmente.
2. Controlla la tabella nutrizionale
“Di cui zuccheri” indica sia gli zuccheri naturali che quelli aggiunti.
Confronta prodotti simili: due yogurt possono avere quantità di zuccheri molto diverse.
3. Valuta l’apporto calorico totale
Un prodotto senza zuccheri aggiunti può comunque essere ipercalorico se ricco di grassi o carboidrati.
4. Preferisci alimenti integrali
Frutta fresca, verdura, cereali integrali e proteine magre sono sempre la scelta migliore rispetto a prodotti industriali.
5. Diffida delle diciture ingannevoli
“Senza zuccheri aggiunti” non significa “a basso contenuto di zuccheri”.
“Naturale” non significa automaticamente “sano”.
L’etichetta “senza zuccheri aggiunti” può essere utile per ridurre l’assunzione di zuccheri raffinati, ma non è un lasciapassare per un’alimentazione sana. Questo perché, come abbiamo visto, molti prodotti che vantano questa dicitura possono comunque contenere zuccheri naturali in quantità elevate, edulcoranti artificiali o altri ingredienti che ne compromettono il profilo nutrizionale. Per evitare di cadere in trappole marketing e fare scelte veramente consapevoli, è fondamentale adottare un approccio critico e informato alla lettura delle etichette alimentari.
La prima regola per una spesa consapevole è non fermarsi alla dicitura frontale della confezione. Le aziende alimentari investono molto nel packaging per attirare l’attenzione dei consumatori con claim come “senza zuccheri aggiunti”, “naturale” o “light”, ma queste indicazioni spesso nascondono aspetti meno salutari del prodotto. Per esempio, uno yogurt “senza zuccheri aggiunti” potrebbe comunque contenere 15 grammi di zuccheri per vasetto derivati dal latte e dalla frutta, mentre una barretta cereali con la stessa dicitura potrebbe essere ricca di grassi saturi o sciroppi dolcificanti alternativi.
Un altro aspetto cruciale è capire la differenza tra zuccheri intrinseci e zuccheri liberi. Gli zuccheri intrinseci sono quelli naturalmente presenti negli alimenti, come il fruttosio nella frutta o il lattosio nel latte. Gli zuccheri liberi, invece, comprendono sia quelli aggiunti durante la lavorazione sia quelli presenti in succhi di frutta, sciroppi e miele. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda di limitare il consumo di zuccheri liberi a meno del 10% dell’apporto calorico giornaliero, poiché un eccesso è associato a obesità, diabete e carie dentali. Pertanto, anche se un prodotto è “senza zuccheri aggiunti”, se contiene molti zuccheri naturali sotto forma di succhi concentrati o puree di frutta, potrebbe comunque contribuire all’assunzione eccessiva di zuccheri liberi.
Confrontare sempre i valori nutrizionali: anche tra prodotti simili, le quantità di zuccheri, grassi e calorie possono variare notevolmente. Ad esempio, due confezioni di cereali per la colazione “senza zuccheri aggiunti” potrebbero avere contenuti di zuccheri naturali molto diversi. Prendersi il tempo di confrontare le tabelle nutrizionali aiuta a identificare l’opzione più equilibrata.
Preferire alimenti poco processati: la scelta migliore rimane quella di basare la propria alimentazione su cibi integrali e non trasformati, come frutta fresca, verdura, legumi, cereali integrali e proteine magre. Questi alimenti forniscono nutrienti essenziali senza il rischio di zuccheri o additivi nascosti.
Imparare a riconoscere gli zuccheri nascosti: oltre ai nomi più comuni come saccarosio o sciroppo di glucosio, esistono decine di termini che indicano la presenza di zuccheri aggiunti, tra cui maltodestrine, succo di canna evaporato o estratto di malto d’orzo. Familiarizzare con questi ingredienti aiuta a evitare prodotti che, nonostante la dicitura “senza zuccheri aggiunti”, contengono comunque dolcificanti camuffati.
Valutare l’indice glicemico: alcuni prodotti “senza zuccheri aggiunti” possono avere un alto indice glicemico a causa della presenza di farine raffinate o amidi modificati. Questo è particolarmente importante per chi soffre di diabete o vuole mantenere stabili i livelli di glicemia.
Considerare il contesto alimentare complessivo: anche se un singolo prodotto è “senza zuccheri aggiunti”, è importante bilanciarlo con il resto della dieta. Consumare troppi alimenti ricchi di zuccheri naturali (come succhi di frutta o yogurt alla frutta) può comunque portare a un eccesso calorico e a squilibri nutrizionali.
Per aiutare i consumatori a fare scelte più informate, sarebbe utile che le istituzioni promuovessero campagne di educazione alimentare chiare e trasparenti. Per esempio, l’introduzione di un sistema di etichettatura nutrizionale semplificato (come il Nutri-Score) potrebbe rendere più immediato il confronto tra prodotti. Inoltre, una regolamentazione più stringente sulle diciture pubblicitarie aiuterebbe a evitare messaggi fuorvianti.
Allo stesso tempo, è importante che i consumatori sviluppino una maggiore consapevolezza nutrizionale. Partecipare a workshop, leggere fonti attendibili o consultare un nutrizionista può fare la differenza nel comprendere come interpretare correttamente le etichette e costruire un’alimentazione equilibrata.
In sintesi, la dicitura “senza zuccheri aggiunti” può essere un valido strumento per ridurre il consumo di zuccheri raffinati, ma non deve diventare l’unico criterio di scelta. Una dieta veramente sana si basa sulla varietà, sulla moderazione e sulla preferenza per alimenti non processati. Imparare a leggere le etichette con spirito critico, confrontare i prodotti e comprendere il proprio fabbisogno nutrizionale sono passi fondamentali per non cadere nelle trappole del marketing e fare scelte alimentari davvero consapevoli.
Con queste strategie, potrai trasformare la tua spesa in un’opportunità per prenderti cura della tua salute, senza farti ingannare da diciture apparentemente virtuose ma potenzialmente fuorvianti.
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