Ambiente

Ecoreati: contro la morsa dei reati ambientali

Dalle Legge Ecoreati 2015 al rapporto Ecomafia 2017 di Legambiente: un’evoluzione positiva della situazione ma ancora troppe regioni hanno illeciti in crescita.

Legge Ecoreati contro i reati ambientali

In contrasto alla criminalità ambientale ed ai reati ambientali ha avuto i primi segnali di un’inversione di tendenza nella lotta all’ecomafia ed agli ecoreati con l’entrata in vigore della Legge Ecoreati n°68 del 2015. Tuttavia l’influenza della criminalità organizzata in campo ambientale è ancora molto forte.

Senza dubbio con l’introduzione della legge nel Codice penale si è rafforzata l’azione preventiva e repressiva dello Stato a tutela del patrimonio ambientale. Ma, nonostante il calo complessivo dei reati, cresce l’incidenza degli illeciti in Sicilia, Calabria, Campania, Puglia, Lazio e Lombardia.

Dal rapporto Ecomafia 2017 di Legambiente risulta che nel 2016 sono stati 25.889 i reati ambientali accertati su tutto il territorio nazionale. Ben 71 ogni giorno, uno ogni tre ore.

Gli arresti sono cresciuti del 20% mentre gli illeciti sono diminuiti del 7%. In crescita i reati contestati nella gestione dei rifiuti (+12%), le persone denunciate (+18,55) ed il numero dei sequestri (2.202). Complessivamente le indagini hanno coinvolto 914 aziende in 37 Paesi.

Nell’ultimo anno e mezzo sono state bloccate oltre 756.000 tonnellate di rifiuti. Anche nel 2016 resta grave la questione dell’abusivismo edilizio, con 17mila nuovi immobili abusivi. Mancano, purtroppo, norme che semplifichino l’abbattimento di queste costruzioni.

La criminalità continua a puntare l’agroalimentare

Nel corso del 2016 sono state più di mille le strutture chiuse o sequestrare. È stata bloccata la vendita di 83,6 milioni di kg/litri di merce per un valore complessivo di oltre 703 milioni di euro.

Valore in netta crescita rispetto all’anno 2015 quando si era attestato a circa 586 milioni di euro.

Il numero più alto d’infrazioni penali riguarda i prodotti ittici (freschi, refrigerati e congelati) ma anche i vini e gli alcolici. E’ dunque evidente che i passi da fare per contrastare le illegalità ambientali e dare respiro ad un’economia sostenibile sono ancora tanti. Siamo sulla retta via ma non bisogna diminuire l’attenzione.

Rossana Nardacci

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