C’è chi demonizza i dadi vegetali e chi non riesce a farne a meno, perché danno sapore a molte pietanze. In ogni caso vale la pena conoscerli meglio.
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I dadi vegetali vengono utilizzati in cucina da quasi un secolo, ma le origini sono più lontane, risalgono a metà dell’Ottocento, con l’invenzione dell’estratto di carne in vasetto da parte del barone Von Liebig. E poi, grazie allo svizzero Julius Maggi, trent’anni dopo apparvero i prima, classici dadi a cubetti.
E se da allora l’industria ha migliorato e diversificato la produzione (con l’arrivo dei dadi granulari e poi di quelli gelatinosi, introducendo, oltre a quelli di carne o vegetali, anche gusti come pesce, funghi, soia), il dado continua ad essere un prezioso alleato per preparare il brodo ed insaporire le pietanze.
Ma cosa contengono davvero i dadi vegetali? In che dosi vanno usati e quali controindicazioni hanno per la salute? Ecco tutte le risposte ai vostri dubbi!
In alcuni casi, il sale può arrivare anche al 50/60% ed il consumo di un dado comporta assumere già la quantità massima giornaliera consentita. Per questo è meglio orientarsi su dadi che hanno un minor contenuto di questo elemento.
Non tutti i dadi vegetali sono uguali. Alcuni hanno percentuali molto basse di carne o verdure, anche solo dell’1%. Per questo viene consigliato di leggere attentamente l’etichetta, che riporta in ordine decrescente la quantità di sostanze presenti nel dado e scegliere quelli con percentuali maggiori di carne o verdure.
È importante anche controllare la percentuale di glutammato monopodico, un additivo alimentare utilizzato per insaporire i prodotti industriali, tra cui anche i dadi. Minore è la percentuale, meglio è.
Lo stesso vale per i grassi idrogenati. In questo caso è preferibile scegliere dadi che li non contengano, utilizzando al loro posto l’olio extra vergine di oliva.
Pur avendo un contenuto di carboidrati e grassi animali, apportano solo circa 20 calorie per dado.
Il dado è molto comodo per avere velocemente a disposizione un brodo, ma se si può, e soprattutto se si ha il tempo, meglio preparare in casa con le verdure (cipolla, carota, sedano), oppure con pollo o tagli di manzo quello di carne, lasciandolo raffreddare per poi togliere, con la schiumarola, la patina di grasso che si forma in superficie.
In una settimana andrebbero utilizzati al massimo due o tre dadi. È meglio non superare queste dosi, per evitare un’assunzione eccessiva di sale ed altre sostanze come il glutammato di sodio o i grassi idrogenati.
Coloro che soffrono di ipertensione e gastrite dovrebbero evitare di consumare i dadi vegetali.
Il dato è da sconsigliare, proprio per l’alta percentuale di sale, alle persone affette da ipertensione arteriosa. Allo stesso modo non è adatto a chi soffre di gastrite, perché può provocare un peggioramento dei sintomi come il bruciore allo stomaco.
I dati sono sconsigliati anche chi è asmatico, per la presenza di glutammato monosodico.
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