Agricoltura

Dalla terra alla tavola: come funziona la filiera del grano bio italiano?

Il grano biologico italiano rappresenta un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, ma pochi consumatori conoscono davvero il percorso che compie prima di arrivare sotto forma di pasta, pane o farina sulle nostre tavole.

Tracciabilità, controlli rigorosi e valorizzazione del km zero sono elementi fondamentali che distinguono il vero biologico dal convenzionale.

In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale e la trasparenza alimentare sono sempre più importanti, scoprire come funziona la filiera del grano bio italiano aiuta a fare scelte consapevoli e a sostenere un modello agricolo più etico e rispettoso dell’ambiente.

La filiera del grano bio: dal campo al mulino

Fase 1: la coltivazione

Il grano biologico italiano inizia il suo viaggio nei campi di agricoltori che rispettano il Regolamento UE 2018/848, il quale vieta:

  • Pesticidi e fertilizzanti chimici (sostituiti da rotazioni colturali e concimi naturali come letame e compost);
  • OGM (nessun organismo geneticamente modificato è ammesso nella filiera bio);
  • Diserbanti (il controllo delle infestanti avviene meccanicamente, con attrezzi agricoli specifici).

Le varietà più coltivate in Italia sono le seguenti:

  • Grano duro (usato principalmente per la pasta);
  • Grano tenero (ideale per pane, biscotti e farine);
  • Antichi grani (come Senatore Cappelli, Timilia, Saragolla e Perciasacchi, apprezzati per la loro rusticità e qualità nutrizionale).

L’agricoltura biologica predilige tecniche sostenibili, come l’agricoltura conservativa e la rotazione delle colture, per preservare la fertilità del suolo e ridurre l’erosione.

Fase 2: raccolta e stoccaggio

Dopo la mietitura, il grano viene pulito e selezionato per eliminare impurità e garantire la massima qualità.

Successivamente, viene conservato in silos dedicati, lontano da prodotti convenzionali per evitare contaminazioni.

I magazzini devono essere:

  • Ispezionati regolarmente da enti certificatori;
  • Controllati per umidità e temperatura per prevenire muffe e micotossine;
  • Etichettati correttamente per garantire la tracciabilità.

Fase 3: macinazione e trasformazione

I mulini biologici lavorano esclusivamente grano bio, garantendo:

  • Assenza di contaminazione con farine non biologiche
  • Macinazione a pietra (che preserva vitamine e minerali) o a cilindri (più adatta per grandi produzioni).

Alcuni pastifici artigianali utilizzano essiccazione a basse temperature (sotto i 40°C) per mantenere intatte le proprietà nutrizionali del grano.

Tracciabilità: come si garantisce la trasparenza?

Uno dei pilastri del bio è la tracciabilità di filiera, che permette di risalire all’origine di ogni lotto di grano.

Il ruolo dei documenti obbligatori

  • Dichiarazione di conformità bio (emessa dall’operatore)
  • Certificato di analisi (verifica l’assenza di pesticidi e OGM)
  • Registro elettronico (ogni passaggio è registrato e verificabile).

Ogni operatore (agricoltore, mulino, pastificio) deve essere certificato da enti accreditati come:

  • ICEA (Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale)
  • Suolo e Salute
  • Bioagricert

Gli ispettori verificano:

  • Campioni di terreno e grano (analisi di residui chimici);
  • Documentazione (registri, fatture, etichette);
  • Condizioni di stoccaggio e lavorazione (igiene e rispetto delle norme bio).

Se un prodotto non rispetta i criteri bio, scatta:

  • De-certificazione (perdita dello status bio);
  • Multa fino a 30.000€;
  • Pubblicazione del nome sul sito del MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole).

Il valore del km zero: perché scegliere grano bio italiano?

✔ Minor impatto ambientale

Riduzione di CO₂ (trasporti più brevi);

Preservazione della biodiversità (rotazioni colturali);

Suolo più sano (niente pesticidi, maggiore fertilità).

✔ Economia locale e giusto prezzo

Acquistare grano bio italiano vuol dire:

  • Pagare un prezzo equo agli agricoltori (evitando speculazioni);
  • Sostenere piccoli produttori contro le multinazionali;
  • Ridurre la dipendenza dalle importazioni (oggi l’Italia importa il 40% del grano).

✔ Qualità nutrizionale superiore

Studi dimostrano che il grano bio ha:

  • Più antiossidanti (come polifenoli e flavonoidi);
  • Meno micotossine (grazie a rotazioni e assenza di fungicidi);
  • Maggiore digeribilità (specie negli antichi grani).

 

 

Le sfide del grano bio italiano

Cambiamenti climatici

Siccità e eventi estremi mettono a rischio le rese. Alcune soluzioni:

  • Selezione di varietà resistenti (come il grano duro antico);
  • Agricoltura rigenerativa (per migliorare la resilienza del suolo).

Concorrenza sleale

Molto grano estero (es. dall’Ucraina o Kazakistan) viene spacciato per italiano. Come difendersi?

  • Cercare la dicitura “100% italiano”;
  • Preferire filiere corte certificate (come i Presìdi Slow Food).

Prezzi più alti? Sì, ma giustificati

Il bio costa di più perché:

  • Maggiori costi di produzione (lavorazioni manuali, controlli);
  • Rese più basse (ma più sostenibili).

*(Esempio: un kg di grano duro bio italiano costa ~0,50€/kg contro 0,30€/kg di quello convenzionale importato.)*

Come riconoscere e scegliere il vero grano bio italiano?

A seguire i nostri consigli per effettuare acquisti consapevoli:

  • Cerca le certificazioni obbligatorie (logo UE verde + codice organismo);
  • Scegli prodotti con tracciabilità completa (QR code o sito web dedicato);
  • Supporta le filiere corte (mercati contadini, gruppi d’acquisto);
  • Diffida dei prezzi troppo bassi (potrebbe essere grano estero non bio).

Perché preferire il grano bio italiano?

Il grano biologico italiano è una scelta che fa bene alla salute, all’ambiente e all’economia del territorio.

Conoscerne la filiera è il primo passo per valorizzarlo davvero e sostenere un’agricoltura più etica e sostenibile.

Innovazione nella filiera: tecnologia e tradizione

Il settore del biologico sta abbracciando soluzioni tecnologiche per migliorare efficienza e sostenibilità, senza tradire i principi etici:

Agricoltura di precisione bio

Alcune aziende utilizzano:

Droni e sensori IoT per monitorare salute delle piante e umidità del suolo, riducendo sprechi idrici;

Software di gestione che ottimizzano rotazioni colturali basandosi su dati climatici e storici.

Mulini 4.0

Nuovi impianti combinano tradizione e innovazione:

Macinazione a freddo con sistemi che mantengono la temperatura sotto i 42°C;

Packaging biodegradabile (es. cellulosa o PLA da amido di mais) per farine e pasta.

(Esempio: il Mulino Marino in Piemonte usa energia rinnovabile e ricicla gli scarti di lavorazione per mangimi animali.)

Il ruolo dei consorzi e delle cooperative

Le realtà associative sono fondamentali per valorizzare il grano bio italiano. Ne sono un esempio:

  • Filiera controllata come quella del Consorzio Puglia Bio, che riunisce 200 agricoltori garantendo prezzi equi e vendita diretta;
  • Progetti di ricerca su sementi autoctone (es. GranAntico per selezionare varietà resistenti alla siccità);
  • Formazione per agricoltori su tecniche bio e accesso ai fondi UE (PSR e PAC).

Il futuro del bio: sfide e opportunità

Fondi UE 2023-2027: 3 miliardi per la transizione al bio in Italia (Piano Strategico Nazionale PAC).

Bio-distretti: aree dedicate come il Bio-Distretto del Cilento promuovono filiere integrate (grano, olio, ortaggi).

Educazione alimentare: progetti nelle scuole (es. “Bio nelle Mense”) per avvicinare i giovani al valore del bio.

Scegliere il grano bio italiano significa difendere un patrimonio di biodiversità, sostenere chi lavora con etica e garantirsi un alimento puro.

Ogni chilo di pasta bio acquistato è un voto per un’agricoltura senza veleni ed un futuro più verde.

Vuoi provare un prodotto a base di grano bio italiano? A seguire 3 brand consigliati:

  • Molini del Ponte (Toscana) – farine macinate a pietra;
  • Cooperativa Agricola Monteleone (Sicilia) – grani antichi biologici;
  • Pasta Di Martino (Campania) – pasta 100% grano duro italiano.

Scegliere bio significa investire nel futuro del Pianeta e nella qualità della nostra alimentazione.

Rossana Nardacci

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